Terni, monsignor Paglia e l’eutanasia: “Togliere la sofferenza, non la vita”
TERNI – Un libro sulla morte, per non perdere mai di vista la gioia di vivere. ‘Sorella morte’, il nuovo libro di monsignor Vincenzo Paglia, vescovo emerito di Terni-Narni-Amelia e presidente della Pontificia Accademia per la vita punta l’indice su un tema di grande attualità e forse è anche per questo che il salone del Museo Diocesano, in occasione della presentazione, era gremito. A moderare l’incontro, la presidente dell’Istess Stefania Parisi e Maria Grazia Proietti, mentre con il presule sono intervenuti Filippo Ceccarelli, editorialista de La Repubblica, monsignor Giuseppe Piemontese Vescovo di Terni-Narni-Amelia e la psicologa sociale Grazia Attili psicologa sociale.
Togliere il dolore, non la vita. “Sono convinto – ha detto il presule- che non bisogna spingere a morire, ma a vivere e che chi si trova in una situazione difficile debba essere accompagnato e non lasciato solo”. Un titolo, ‘Sorella morte’ che non a caso richiama San Francesco: “Così la chiamò anche lui- racconta monsignor Paglia – quasi per toglierle l’aurea di disperazione. Ecco, questo libro vuole difendere la vita, analizzando tutte le posizioni e se qualcuno soffre, è importante alleviare il dolore, ma tenersi sempre per mano, anche quando sembra che sia superfluo, perchè in realtà non è così. Togliere il dolore, anche con la sedazione se serve, non la vita, promuovere la cultura dell’accompagnamento”. E non manca una critica alla legge in discussione: “Quella fredda legge, senza il calore della vicinanza, mi sembra una cosa da Ponzio Pilato”.
Lacrime. Particolarmente rilevante l’intervento di monsignor Piemontese, che ha raccontato la sua personale esperienza con la morte: “Il contatto col vivere e morire è una delle prerogative di noi sacerdoti e io personalmente, mi sono sempre avvicinato ad esse sul piano dell’umanità, cosa che mi ha sempre fatto porre degli interrogativi. Non c’è stata una volta in cui non mi sono avvicinato ad un moribondo e non ho versato delle lacrime”.
Il vescovo ha poi raccontato della gente incontrata nelle sue visite all’Hospice di viale Trento: “Alla messa di Natale c’erano bambini, madri, padri e malati sui letti e mi ha colpito come di fronte a questa vita al tramonto ci sia tutta questa attenzione per i cari”, ha detto, ricordando poi l’esperienza di don Maurizio Cuccato, ex missionario oggi affetto da una grave malattia ed il suo grande amore per la vita, nonostante tutto. L’hospice è stata per me una esperienza unica e vedere oggi che c’è tanta gente qui per questo tema, mi rende molto felice”.
(da La Notizia Quotidiana)
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