Presentazione del libro su Vincenzo Tizzani
Vincenzo Tizzani, nasce a Roma il 27 giugno 1809, terzogenito di Paolo e di Teresa Bedoni, di origine bolognese e viene battezzato il giorno dopo nella chiesa di San Luigi de’ Francesi. Orfano a tre anni, cresce nella casa di uno zio prete, don Carlo Bedoni, segretario dell’elemosineria Apostolica.
Da vecchio ricorderà le sue intrusioni fanciullesche fra i cardinali del conclave del 1823, il ritorno di Pio VII dopo la caduta di Napoleone, le feste cittadine per l’elezione papale, l’anno santo del 1835, la comparsa tra i salotti cittadini del giovane abate Giovanni Maria Mastai Ferretti, futuro Pio IX.
Intrapresi gli studi teologici all’università La Sapienza, nel 1832 entra tra i Canonici Regolari Laternanensi di San Pietro in Vincoli e nel 1834 viene ordinato sacerdote.
Dopo aver insegnato Matematica nel collegio della Basilica Romana passa ad insegnare Storia della Chiesa alla Sapienza a soli 28 anni per volontà dell’abate Paolo Del Signore, di cui era diventato sergretario. All’attività di insegnamento affianca in seguito altri incarico, come quello di consultore della Congregazione dell’Indice.
Nel 1841 dà alle stampe il suo primo libro e diventa superiore di San Pietro in Vincoli. Pochi mesi dopo diventa procuratore generale dell’ordine e abate di Sant’Agnese fuori le mura; legato strettamente al cenacolo di letterati ed artisti raccolti attorno alla Basilica di S. Pietro in Vincoli e all’Accademia Tiberina, fu diventa socio ordinario della Pontificia Accademia di Archeologia Sacra.
Nella cerchia dei amici c’è anche Gioachino Belli, che poco prima di morire gli affiderà la copia manoscritta dei Sonetti con la richiesta di distruggerli, e che Tizzani, invece conserva e, dopo la morte del poeta, consegna quasi integralmente al figlio.
Viene nominato vescovo di Terni da Gregorio XVI il 3 aprile 1843, ad appena 34 anni, e ordinato nella Basilica di San Pietro in Vincoli il 18 aprile dal Cardinal Luigi Lambruschini, Segretario di Stato.
Belli, che aveva sposato proprio una ternana, dedica all’evento tre sonetti, in uno dei quali scrive che “li ternani ch’ hanno vinto un terno”. “ ternani ch’ hanno vinto un terno”.
Nel 1848 Pio IX accoglie la richiesta di monsignor Tizzani di essere trasferito, anche a causa delle forti difficoltà con il clero ternano, con cui i rapporti erano degenerati proprio a causa delle radicali riforme cui il Vescovo aveva sottoposto la diocesi.
Tizzani torna a Roma per lavorare all’interno della Congregazione dell’Indice (attuale Congregazione per la dottrina della Fede); nel 1849, durante la Repubblica Romana, si stabilisce ad Arpino, mantenendo i contatti con il Papa, rifugiatosi a Gaeta.
Ripreso l’insegnamento universitario, Tizzani viene nominato dal papa anche Cappellano Maggiore dell’Esercito Pontificio. In questi anni si occupa anche, con successo, dell’assistenza ai detenuti politici. “Accaniti nemici del clero e E anche il suo successo con i detenuti gli attira le antipatie e i sospetti di una parte della gerarchia.
Si spegne serenamente a Roma il 10 gennaio 1892, a 83 anni.