Maggio, il mese di Maria
E’ una bella tradizione quella di dedicare il mese di maggio alla Madonna. Tutti noi, in particolare quelli che siamo un po’ avanti negli anni, ricordiamo le numerose pratiche di devozione rivolte alla Madonna che facevamo fin da bambini. Si dice ancora oggi che maggio è il “mese mariano”. E’ una intuizione preziosa che va conservata e rafforzata. E’ bene perciò pensare che non siamo abbandonati, ma che c’è una Madre che veglia, che non ci dimentica, anzi che ci viene incontro per sostenerci e aiutarci. Vorrei dire che la Madonna fa questo fin da ragazza. Ce lo ricorda l’evangelista Luca con la narrazione della visita di Maria – subito dopo aver ricevuto l’annuncio dell’angelo – alla anziana cugina Elisabetta che aveva appreso essere incinta da sei mesi. E’ un episodio splendido e pieno di significato. E’ anche la festa che chiude il mese di maggio. Infatti, il 31 di maggio la Chiesa Cattolica celebra la festa della Visita di Maria ad Elisabetta. Maria, dopo aver saputo dall’angelo che Elisabetta era incinta, subito corre da lei. “In fretta” scrive l’evangelista. Potremmo dire che il Vangelo mette sempre fretta. Spinge a non fermarsi inchiodati alle proprie preoccupazioni, ma apre il cuore e gli occhi anche agli altri. Quanti pensieri aveva Maria in quei momenti, dopo che l’angelo le aveva sconvolto completamente fa vita! Eppure, Maria lascia Nazaret e corre dalla anziana cugina che era incinta e che aveva bisogno certamente di aiuto dovendo affrontare una difficile maternità. E’ una scelta generosa di Maria: una giovane che va ad aiutare un’anziana. Che insegnamento anche per oggi! Purtroppo accade spesso che tanti giovani stiano da soli ed anche tanti anziani sono da soli perché abbandonati. C’è bisogno di riavvicinare queste due generazioni, di ritessere i rapporti tra le diverse età della vita. E credo che l’esempio di giovani che incontrano gli anziani, sia contagioso per creare una “cultura dell’incontro”. Maria è un grande esempio. E la gioia di Elisabetta nel vederla arrivare dice quale può essere oggi la felicità degli anziani di essere visitati. In quell’abbraccio tra Maria e Elisabetta è indicato il futuro di questo nostro mondo. Papa Francesco raccomanda spesso ai ragazzi di ascoltare i nonni. L’abbraccio di Maria con Elisabetta è l’immagine del mondo che siamo chiamati a costruire. Se non si crea una cultura dell’incontro, si lascia spazio libero alla tentazione per i giovani di lasciar prevalere il “branco” e agli anziani di essere sempre più lo scarto della società. C’è una forza enorme nell’incontro tra i giovani e gli anziani: è la strada che prepara un mondo più umano, più solidale, più fraterno. Maria di Nazaret, era ancora ragazza, ma dimenticò un po’ se stessa e si suoi problemi per recarsi dalla anziana cugina. Divenuta adulta, mentre aiutava i due giovani sposi di Cana, fece intervenire Gesù per salvare la loro festa,. Divenuta lei stessa anziana, mentre era sotto la croce, prese con sé il più giovane dei discepoli. Maria è davvero una maestra dell’incontro. In questo mese di maggio impariamo da lei ad incontrarci, ad aiutarci gli uni gli altri, a non lasciare solo nessuno, particolarmente chi ha bisogno.