A Natale si rinasce
In questo mese di dicembre siamo tutti chiamati ad accogliere un Bambino speciale che nasce tra noi: Gesù. In questi giorni di dicembre dobbiamo prepararci a vivere il Natale con Gesù che nasce nel nostro cuore. E’ questo il senso del Natale. Diceva un uomo spirituale: “Nascesse Gesù mille volte a Betlemme, ma non nel mio cuore, sarei perso per sempre”. Sono parole decisive per vivere il Natale, per comprenderlo in profondità, per coglierne tutta la ricchezza. E c’è un aspetto che vorrei sottolineare: a Natale si rinasce. Anche noi anziani possiamo e dobbiamo “rinascere”. Ricordiamo quello che Gesù disse a Nicodemo: anche da anziani si deve rinascere, si può vivere una vita degna e utile. La vecchiaia non è la fine, è un tempo in cui si possono dare ancora molti frutti. E questo richiede un cuore che non sia sclerotico e indurito, ma che si rinnovi ogni giorno. E’ quel che si chiama “conversione”, ossia lasciarsi guidare dal Vangelo. Papa Francesco, rivolgendosi agli anziani e sentendosi lui stesso anziano, diceva: “anche da anziani dobbiamo continuare il cammino della santità. Se scorriamo quotidianamente le pagine bibliche saremo aiutati a liberarci dall’indurimento del cuore, dall’arteriosclerosi dell’egocentrismo”. Quanto è importante allora fare della Bibbia un libro quotidiano anche per noi anziani! Ciascuno di noi dovrebbe avere una sua Bibbia che può leggere ogni giorno. L’ascolto del Vangelo cambia il cuore, lo rende forte e tenero verso tutti. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che con la crescita degli anni può crescere anche l’indurimento del cuore. E se abbiamo un cuore indurito possiamo far male anche ai più giovani. Dobbiamo ricordare le parole che l’apostolo Paolo scrisse a Tito: nella comunità debbono crescere “vecchi sobri, dignitosi, prudenti, sani nella fede, nella carità e nella pazienza” e donne anziane con “un comportamento che si addice ai santi…; maestre di bontà, per insegnare alle giovani ad essere sagge, ad amare i loro mariti e i loro figli, a essere prudenti, caste, attaccate ai loro doveri domestici, buone” (Tito, 2,2-5). Mi paiono parole davvero importanti per tutti noi. Ed è in questa prospettiva che noi anziani possiamo aiutare i più giovani. Sempre Papa Francesco: “Noi anziani possiamo dire ai giovani ambiziosi che una vita senza amore è arida; possiamo dire ai giovani paurosi che l’angoscia del futuro può essere vinta, se si impara per tempo che c’è più gioia nel dare che nel ricevere; possiamo dire ai giovani che si aprono alla responsabilità parole di saggezza che ricorderanno per tutta la vita. Vi confesso che a me personalmente hanno fatto tanto bene le parole che mia nonna, nonna Rosa, mi consegnò per iscritto il giorno della mia ordinazione sacerdotale. Le porto sempre con me, ancora oggi. Così possiamo toccare con mano, anche noi, la verità delle parole del Salmo: Nella vecchiaia daranno ancora frutti (Salmo 82). Tutti veniamo al mondo affidati gli uni agli altri dall’amore di Dio. Dobbiamo congedarci dalla vita terrena nello stesso modo, affidandoci gli uni gli altri all’amore di Dio”.