La famiglia è la prima impresa, un piccolo modello di soggetto che sa fare ‘economia’
La crisi della famiglia italiana (denatalità, nucleo monoparentale, carenza di misure a sostegno) si affronta con una “svolta culturale, politica, economica”. E “bene è stato fatto in passato a proporre il Nobel per l’economia e la quotazione in Borsa per l’istituto familiare. Perché la famiglia è la prima impresa, la risorsa più importante delle nostre società”. Lo ha ribadito mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita e gran cancelliere dell’Istituto Giovanni Paolo II per studi scientifici su matrimonio e famiglia, intervenendo oggi a Roma a una tavola rotonda nell’ambito del convegno “Famiglia prima impresa” organizzato dall’Ente nazionale per il microcredito. per il presule, “la società e lo stesso mondo dell’impresa normalmente sfruttano la famiglia e neppure le riconoscono quel che essa già offre. Non la considerano come una impresa, non ne riconoscono i diritti che un’impresa può avere. E quindi si privano di un importante volàno dell’economia”.
Far parte di una famiglia “significa essere spinti ad un primo e decisivo passaggio dall’io al noi”: “Amare e voler costruire una famiglia, infatti, significa ‘investire’, e con generosità, la propria vita sulla famiglia e il suo sviluppo – ha sottolineato Paglia -. È senza dubbio una decisione difficile visto che si tratta di una scelta che richiede dedizione, cura, sacrifici, in una parola un progetto comune che vada oltre la singola esistenza. Ma tutto questo – ne sono convinto – ha un riscontro e un effetto anche nel mondo dell’economia”. Dunque, “una buona famiglia, con relazioni sane e mature fondate sull’amore più autentico, è anche un piccolo modello di soggetto che sa fare ‘economia’, che sa cioè mettere a frutto nel modo migliore – cioè più economico – le risorse dei singoli membri per il bene di tutta la società”.