“Basta usare presepe come un randello”
(Di Elena Davolio) – Stop alla battaglia del presepe: “Se un simbolo è vuoto o viene usato come un ‘randello’ lo si distrugge. E i simboli religiosi vanno mantenuti, mai allontanati, mai abbandonati.”. Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, intervistato dall’Adnkronos, interviene sulle polemiche sorte attorno al presepe che hanno assunto anche una connotazione politica con la presa di posizione del vicepremier Matteo Salvini che ha tuonato: ‘Giù le mani dal presepe’.
“C’è una ignoranza incredibile attorno a questi simboli”, premette Paglia, autore del libro ‘Vivere per sempre – L’esistenza, il tempo e l’Oltre’ (edizioni Piemme), in uscita in questi giorni. “Se un simbolo è vuoto o viene usato come un randello, lo si distrugge. Il presepe visto dalla parte degli uomini rappresenta situazioni ancora presenti: un ragazzo, una ragazza incinta che non trova posto tra gli uomini è narrazione di oggi. Ancora oggi ci sono tanti Giuseppe e Maria, e Gesù che non trovano casa o che sono costretti dai nuovi Erode di questo mondo a scappare di casa e andarsi a trovare un luogo sicuro. Gesù viene per amarci e noi gli sbattiamo la porta in faccia”.
La ‘battaglia’ del presepe è stata raccontata anche al cinema con una recita inclusiva di Natale che finisce in rissa. Segno che l’identità cattolica è sempre più in crisi? “Ho tanti amici islamici che mi chiedono di essere presenti al presepe, di venire a vederlo. Chi guarda con occhio sapiente queste scene – osserva monsignor Vincenzo Paglia – si accorge che deve essere meno cattivo, meno chiuso e più accogliente e lodare Dio che pure di starci accanto si fa piccolo, debole come un bambino. In genere tutti cercano di essere grandi, potenti, di avere casa. Il creatore del cielo e della terra lascia il Paradiso per venire in mezzo a noi facendosi piccolo, debole e stando al freddo e al gelo pur di stare con noi”. Da qui il monito: “Chiunque lo inquina con l’odio lo deturpa”.
Senza nominare il premier Salvini, il presule osserva: “A chi dice ‘Giù le mani dal presepe’ va ricordato: più occhi, più sapienza, più tenerezza perché non si è mai visto al mondo un Dio che si fa bambino per dirci ‘vi voglio bene’. Ritengo che i simboli religiosi vanno mantenuti, mai allontanati, mai abbandonati. Una parete bianca e nuda non muove sentimenti, una parete con segni porta significato alla vita. I segni non devono essere usati per colpire o rivendicare identità. Sono per amare e accogliere tutti, nessuno escluso“.