Cattolici ed ortodossi russi uniti sulla difesa della vita
A Mosca si è tenuta la Conferenza internazionale “La morte e il morire in una società tecnologica: tra biomedicina e spiritualità” per il terzo anniversario dell’incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill nella sala d’attesa dell’aeroporto L’Avana.
L’incontro
Il fine vita è stato il tema centrale dell’incontro che ha visto la partecipazione del Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e di monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita. Quello del fine vita è “sempre stata una sfida, dato che l’uomo è l’unica creatura consapevole della propria condizione mortale”, ha detto il Cardinale Kurt Koch. “Questa sfida si presenta oggi in una nuova forma grazie ai progressi nella conoscenza e nella tecnologia medica”. Il porporato ha continuato: “Nelle società moderne, la morte di solito si verifica in ospedale, ed è spesso il risultato di una decisione medica, sia che si tratti della cessazione di un trattamento, sia del non inizio dello stesso”.
Convergenza
Il presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani ha sottolineato come il pensiero della Chiesa cattolica sull’argomento sia in sintonia con quello del Patriarcato Ortodosso Russo espresso nei Fondamenti di dottrina sociale adottati nel 2000 dopo l’approvazione del Sinodo. Nella relazione “A servizio della dignità dell’uomo, chiamato alla vita”, monsignor Vincenzo Paglia ha citato la lettera “Humana communitas” redatta da Papa Francesco. “Una globalizzazione senza l’ispirazione cristiana – ha affermato il presule – è povera di amore e in preda ai conflitti; e il compito del mondo cristiano consiste nel rimettere al centro le relazioni tra le persone”. Parlando delle cure palliative, il presidente della Pontificia accademia per la vita “ricollocano la persona sofferente, anche quella che si appresta al passaggio della morte, dentro le sue relazioni fondamentali, familiari e sociali”.