A Buenos Aires per parlare di famiglia. Firmato Accordo di collaborazione tra Università Cattolica Argentina e Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II
Matrimonio e famiglia sono due temi centrali nel Magistero di Papa Francesco, perché la dimensione comunitaria è «dimensione familiare». Lo ha ribadito mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita e Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, nella conferenza tenuta oggi a Buenos Aires ai docenti e agli studenti dell’Istituto per il Matrimonio e la Famiglia dell’Università Cattolica Argentina. In quel contesto Mons. Paglia ed il Rettore dell’Uca, il prof. Miguel Ángel Schiavone, hanno firmato un accordo di collaborazione tra il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II di Roma e l’Istituto di Buenos Aires.
«Una società di individui autoreferenziali, isolati l’uno dall’altro, è destinata alla sterilità e al conflitto. È urgente rafforzare il legame tra famiglia e comunità». E la linea di Papa Francesco in merito è stata illustrata da mons. Paglia che ha portato ad esempio l’Istituto di cui è Gran Cancelliere. «Il Santo Padre ha chiesto all’Istituto Giovanni Paolo II di rivolgersi con maggior entusiasmo al salvataggio – direi quasi alla riabilitazione – di questa straordinaria invenzione (matrimonio e famiglia) della creazione divina. Le dinamiche del rapporto tra Dio, uomo e donna e i loro figli, sono la chiave d’oro per comprendere il mondo e la storia, con tutto ciò che contiene. Il Papa ci chiede: Siamo in grado di pensare a questa rivelazione in grande stile? Siamo convinti del potere della vita che questo progetto di Dio porta all’amore per il mondo? Sappiamo come avviare le nuove generazioni verso l’audacia di questo progetto? E chiedo – ha detto mons. Paglia – perché oggi i giovani scelgono di vivere insieme prima del matrimonio? Data questa indifferenza, non dovremmo chiederci se il Vangelo di famiglia, come lo presentiamo, non è attraente?»
«È facile vedere una certa disattenzione da parte della tradizionale teologia del matrimonio che spesso si occupa solo delle conseguenze pratiche dell’unione coniugale. La Chiesa oggi sempre di più deve affermare che uomini e donne non si uniscono nel matrimonio per se stessi, ma per la costruzione di una famiglia intesa come luogo di generazione umana, educazione filiale, legame sociale e fraternità ecclesiale».
Riferendosi ai due Sinodi sulla famiglia e all’Esortazione Apostolica Amoris Laetitia, mons. Paglia ha notato che la prospettiva della Chiesa sulla famiglia «è antitetica a quell’individualismo che racchiude l’amore a “due” in ossessione possessiva e mette in pericolo la “gioia” dei legami coniugali e familiari. Il lessico della Chiesa sull’amore umano include la libertà di pensare e apprezzare l’intimità sessuale degli sposi come un grande dono di Dio per uomini e donne». Amoris Laetitia – ha concluso mons. Paglia – fa sue le parole del documento conciliare Gaudium et Spes quando dice che il matrimonio è prima di tutto una comunità intima di vita e la sessualità è ordinata all’amore coniugale di uomini e donne (n. 80). Il lessico familiare dell’amore, presentato oggi da Papa Francesco, è pieno di passione, è robusto nella generazione».
Nel pomeriggio mons. Paglia presenzia all’apertura dei lavori del Congresso Internazionale di Bioetica (Università Cattolica Argentina). In serata interviene alla presentazione del libro «Biotecnologia y Judaismo» di cui è autore il Rabbina Fernando Szlajen, che è anche Accademico della Pontificia Accademia per la Vita.