“A noi sta a cuore la tutela di tutti”
Monsignor Paglia, cosa vi preoccupa?
Il disegno di legge Zan affronta un tema reale. Ci sono troppi atteggiamenti di discriminazione fondati sul sesso. La Chiesa, che non è rimasta indifferente, vuole contribuire a combattere ogni abuso. La sua posizione, anche questa volta, non è rivolta solo a tutelare le libere assicurate a sé e ai suoi fedeli, vuole anche alimentare quel sano pluralismo che contraddistingue le moderne. Non si tratta di promuovere le libertà solo dei cattolici, ma di tutti. Il ddl appare più come un “manifesto” che come una legge. Va corretto”.
Qual è l’atteggiamento pastorale delineato dalla Chiesa cattolica per accompagnare i membri delle comunità Lgbtq?
“La Chiesa ha un patrimonio di sapienza che viene da Dio e che deve proporre. Ci sono ancora Paesi dove si viene discriminati se si è omosessuali o transessuali. Noi condanniamo tutto questo e ci adoperiamo perché nessuno sia discriminato. In Italia mi pare importante lavorare a livello di mentalità. Bullismo e razzismo a causa dell’orientamento sessuale si combattono anzitutto con un forte impegno educativo.
Non basta una legge. Tanto più se è scritta male. C’è bisogno anche di un’alleanza tra istituzioni pubbliche, agenzie formative, famiglie, associazionismo. È urgente un confronto sereno, aperto, plurale”.
Come si concilia l’insegnamento della Chiesa ai nuovi diritti nascenti?
“L’idea di una Chiesa del “no” è falsa. È scorretto pensare che siamo contro i diritti.
Non è vero neppure che ci sia stata, nella storia, una pura contrapposizione fra chi si è eretto a paladino dei diritti dei singoli e dell’umanità e una Chiesa che imponeva solo divieti tesi a soffocare le libertà individuali.
La Chiesa da sempre è preoccupata di salvaguardare la dignità di tutti. Per questo, per esempio, la piaga degli abusi sessuali provoca uno scandalo ancora maggiore, se i colpevoli sono dei preti: dalla Chiesa ci si aspetta il massimo del rispetto dell’altro. Ma dobbiamo stare attenti a non moltiplicare all’infinito i diritti individuali senza il contrappeso dei doveri. Si rischia altrimenti di metter in pericolo la pacifica convivenza civile”.
(da Famiglia Cristiana)