Corpus Domini
Da qualche anno la processione del Corpus Domini è tornata ad attraversare anche le strade delle città. Nei paesi, in verità, non è mai mancata. E tanti tra noi ricordano le famose “infiorate” che impegnavano adulti e schiere di ragazzi nella ricerca dei fiori per la composizione dei quadri. La prima volta che si fece questa processione fu a Liegi nel 1246. Tre anni prima era avvenuto un miracolo a Bolsena: un sacerdote che dubitava della presenza reale di Cristo nell’Eucarestia, mentre celebrava la Santa Messa a Bolsena, al momento di spezzare l’Ostia vede sgorgare dalla due parti dell’Ostia il sangue. Il corporale si macchiò tutto di sangue. E’ visibile ancora oggi nel Duomo di Orvieto. Quel sacerdote, al vedere il sangue, cadde in ginocchio e fugò tutti i suoi dubbi. Il Papa del tempo ne restò impressionato e volle che si divulgasse il culto all’Eucarestia. La processione dell’Ostia consacrata divenne uno dei modi più chiari per onorare il Corpo di Cristo e per combattere l’incredulità nella presenza reale di Gesù nell’Ostia consacrata. Credo che sia quanto mai opportuno che anche in questo tempo venga compreso il senso forte del Corpus Domini. Nell’Eucarestia è in mezzo a noi Gesù con il suo corpo e il suo sangue. Si tratta di una delle realtà più preziose della fede cristiana. Senza dilungarmi in questo vorrei cogliere un aspetto. Gesù, nell’Ostia consacrata, non è presente in qualsiasi modo, ma come corpo “spezzato” e sangue “versato”. Ebbene è proprio qui che risiede la incredibile forza di questo mistero che, attraverso la processione nelle strade, viene mostrato a tutta la città. In un mondo privo di ideali e di valori, l’Eucarestia mostra a tutti il valore di “spezzare” e versare” la propria vita per gli altri. E ditemi: non c’è bisogno che un uomo così – un uomo “spezzato” e “versato” – traversi le strade delle nostre città? Finalmente c’è qualcuno che traversa le nostre strade pensando agli altri e non a se stesso. Quell’Ostia, cari amici, polemizza con la ricerca spasmodica che ciascuno di noi ha di salvare se stesso, i propri interessi, le proprie cose. Quell’Ostia contesta, in maniera silenziosa ma decisa, un modo di vivere consumista ed egocentrico. E chi si nutre di quell’Ostia apre gli occhi a un’altra che traversa le nostre strade ma nell’indifferenza dei più e tutti i giorni. E’ la processione dei poveri, che in questi ultimi tempi si è anche ingrossata. Anch’essi sono il “corpo di Cristo”. Noi cristiani dobbiamo meditare di più sulle parole dell’ antico e coraggioso vescovo di Costantinopoli, Giovanni Crisostomo: “Se volete onorare il corpo di Cristo, non disdegnatelo quando è ignudo. Non onorate il corpo di Cristo eucaristico con paramenti di seta, mentre fuori delle chiese trascurate quest’altro Cristo che è afflitto dal freddo e dalla nudità”. Il messaggio è chiaro: ambedue sono corpo reale di Cristo. Ad ambedue dobbiamo dare onore.