Il Papa colma il vuoto culturale e spirituale sulla vecchiaia
Oggi papa Francesco ha iniziato un nuovo ciclo di catechesi dedicato alla vecchiaia. E ne spiega il motivo: «un percorso che cerca ispirazione nella Parola di Dio sul senso e il valore della vecchiaia» Il Papa si impegna ad offrire una riflessione organica – traendo ispirazione dalla Bibbia – su questa età della vita che. Intendiamoci, non che prima non esistessero gli anziani. Ci sono stati uomini di cultura che hanno scritto sulla vecchiaia – per citare solo due nomi: Cicerone e Bobbio con i loro De senectute – mostrando l’importanza degli anni che volgono verso il termine della vita.
La novità che in questo inizio di millennio, per la prima volta nella storia, la vecchiaia è diventata di massa. Ma su di essa non c’è pensiero, anzi c’è come un vuoto sia sul piano della politica che su quello economico, sia sul piano della cultura che sulla dimensione spirituale. Infatti l’aumento straordinario dei vecchi nelle nostre società soprattutto Occidentali, non è solo di una questione di numeri, ma viene coinvolta la stessa concezione dell’esistenza umana. Oggi, il rischio dello scarto è purtroppo una realtà quotidiana e in crescita. La pandemia ha mostrato la contraddizione della società contemporanea: per un verso ci allunga la vita, ma per l’altro non ce la sa mantenere: quanti anziani sono abbandonati e soli! E quanti sono messi negli istituti aspettando la morte!
L’intera società è chiamata a riscoprire la responsabilità di prendersi cura di questo nuovo popolo perché viva nella serenità gli ultimi anni di vita. Non di offrire qualche servizio ma, appunto, di prendersi cura degli anziani perché nessuno sia più solo. E’ quel che il papa rileva: “ci sono – a volte – piani di assistenza, ma non progetti di esistenza. E questo è un vuoto di pensiero, di immaginazione, di creatività”.
Anche la Chiesa è chiamata a trovare il senso e il valore di questi venti, trenta anni in più da vivere mentre ci indeboliamo e ci avviciniamo al passaggio della morte. Papa Francesco vuole egli stesso adempiere a questa responsabilità, appunto, con questo ciclo di catechesi. E rivolge un invito a tutti: “Con queste catechesi sulla vecchiaia, vorrei incoraggiare tutti a investire pensieri e affetti sui doni che essa porta con sé e alle altre età della vita. La Parola di Dio ci aiuterà a discernere il senso e il valore della vecchiaia; lo Spirito Santo conceda anche a noi i sogni e le visioni di cui abbiamo bisogno”. Potremmo dire che siamo invitati a “inventare” la vecchiaia anche sul piano della vita spirituale sia degli anziani stessi sia delle altre generazioni. Ed è esattamente questo il senso di questo ciclo di catechesi che trova nella Bibbia la sua ispirazione per poter dialogare e interpretare questa età della vita perché sia pienamente umana. La novità di questa apertura di orizzonte è duplice.
Da un lato, l’anzianità deve ritrovare la sua collocazione di vera e propria esperienza della vita umana (e cristiana): non è l’insignificante prolungamento della sua fase terminale. Dall’altro, si tratta di rilanciare un dialogo e un’alleanza delle età della vita capace di restituire a tutta la comunità le benedizioni della condizione umana nella sua interezza. Il bello della vita non si rinchiude nella giovinezza e non si svuota nella vecchiaia. Perché il bello della vita, poi, per tutti, viene alla fine: quando il Signore viene a prenderci con sé.
(Famiglia Cristiana del 23 febbraio 2022)