Magari tornassero le pasquinate, perché non c’è più il popolo
di Laura Ciulli
ROMA – Un incontro per riflettere sulla tradizione romanesca al Senato della Repubblica, ieri 4 aprile, alla Sala Koch. Una serie di appuntamenti organizzati dalla senatrice Pd Daniela Valentini, per ripercorrere e divulgare la tradizione romanesca, proprio a favore della tutela e della valorizzazione dei dialetti locali.
La quotidianità con i poteri istituzionali, religiosi nel rapporto tra Roma ed i Romani per ” interpellarci sulle radici della storia, per valorizzare le potenzialità che hanno stentato a realizzarsi. Roma è dei Romani, ma anche patrimonio dell’ umanità”, come sottolinea la senatrice Daniela Valentini.
Per Maurizio Marcelli, presidente dell’ Accademia Romanesca impegnata nella divulgazione di quel che riguarda la cultura di Roma da 2760 anni ad oggi, ” Tranne Firenze e Venezia non esistono casi di statue parlanti come a Roma. Una voce atta a stigmatizzare il potere”.
In effetti, ricordando Marziale e Belli, il già sindaco della Capitale Francesco Rutelli ( il cui bisnonno è l’autore anche della statua di Anita Garibaldi al Gianicolo), “La satira era uno strumento indispensabile ed i Romani hanno un innato cinismo naturale nei confronti del potere. Una sorta di malinconia vivida ed impotente”. Non manca il confronto con i moderni mezzi come Tag, twetter e post “con l’augurio che questa creatività odierna – prosegue Francesco Rutelli – combatta la cavalcata dell’ignoranza”.
Ancora oggi si possono gustare sonetti e poesie per trovare una Roma che scende in profondità, ma secondo il presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, monsignor Vincenzo Paglia, ” Oggi noi viviamo come Corpo Ecclesiastico con il rischio di perdere una caratura romana per preti che non colgono la ‘romanitas’. Magari tornassero le pasquinate, perché non c’è più il popolo”.
Un rapporto tra Romani e potere ormai di “adattamento e disincanto” per il Magnifico Rettore dell’ Università telematica Pegaso, Alessandro Bianchi. ” Hanno visto tutto: re e Repubblica, Cristianesimo, gente da ogni parte del mondo e nove sacchi della città da Normanni ad Arabi e Lanzichenecchi.
Non si meraviglia di qualcosa, è già tutto accaduto ed accadrà ancora e quindi ecco il disincanto. Esprimo grande sfiducia nel far scattare la scintilla nel potere. Questa città:è di un’assoluta povertà di menti, a parte il periodo con il sindaco viterbese Petroselli o Rutelli. Il potere o si impone o si accetta”.
Più positiva la gallerista-imprenditrice Ida Benucci. Per lei “il popolo deve riprendere a parlare come alla tradizione della statua parlante. Ha paura di non essere ascoltato”.
Parlare sempre e comunque e chi meglio dell’ interpretazione del versatile attore Massimo Wertmuller, rende magistralmente l’idea dei testi romaneschi. Insieme a lui anche l’attrice Bruna Gasperini nella lettura di alcuni brani. Entrambi applauditissimi.
“Ognuno,quindi, deve fare la sua parte. I Romani, tra adattamento e cinismo, fanno fatica ad immaginare una rinascita – conclude la promotrice dell’appuntamento in Sala Koch, Daniela Valentini – amore passione, voglia di rinascere e queste riflessioni non bastano e devono avere un proseguo, c’è attenzione sulla storia per apprezzare l’orgoglio di essere di Roma”.(da News Tuscia)