Papa Francesco: “Rafforzare gli organismi internazionali”

di Annachiara Valle

Lo aveva già detto durante la pandemia: «Peggio di una crisi c’è solo lo sprecarla». E con il messaggio inviato «dal Policlinico “Gemelli”», il secondo con questa dicitura, papa Francesco ribadisce che quella generata dal Covid «l’abbiamo, per così dire, “sprecata”; avremmo potuto lavorare più a fondo nella trasformazione delle coscienze e delle pratiche sociali». Scrivendo ai partecipanti all’Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita che si sono riuniti sul tema “La fine del mondo? Crisi, responsabilità, speranza”,  parla della «policrisi», termine che «evoca la drammaticità della congiuntura storica che stiamo vivendo, in cui convergono guerre, cambiamenti climatici, problemi energetici, epidemie, fenomeno migratorio, innovazione tecnologica». Questa policrisi «ci induce a interrogarci sul destino del mondo e sulla nostra comprensione di esso».

Francesco invita a un dialogo con la scienza: «L’ascolto delle scienze ci propone continuamente nuove conoscenze. Consideriamo quanto ci dicono sulla struttura della materia e sull’evoluzione degli esseri viventi: ne emerge una visione molto più dinamica della natura rispetto a quanto si pensava ai tempi di Newton. Il nostro modo di intendere la “creazione continua” va rielaborato, sapendo che non sarà la tecnocrazia a salvarci: assecondare una deregulation utilitarista e neoliberista planetaria significa imporre come unica regola la legge del più forte; ed è una legge che disumanizza Davanti a una crisi complessa e planetaria, siamo sollecitati a valorizzare gli strumenti che abbiano una portata globale»

In particolare il Pontefice chiede di rafforzare gli organismi internazionali e il multilateralismo: «Dobbiamo purtroppo constatare una progressiva irrilevanza degli organismi internazionali, che vengono minati anche da atteggiamenti miopi, preoccupati di tutelare interessi particolari e nazionali», scrive, «eppure dobbiamo continuare a impegnarci con determinazione per organizzazioni mondiali più efficaci, dotate di autorità per assicurare il bene comune mondiale, lo sradicamento della fame e della miseria e la difesa certa dei diritti umani fondamentali». Bisogna promuovere «un multilateralismo che non dipenda dalle mutevoli circostanze politiche o dagli interessi di pochi e che abbia un’efficacia stabile. Si tratta di un compito urgente che riguarda l’umanità intera».

Dal canto suo monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia della vita, presentando l’assemblea che si concluderà domani, ha usato l’immagine del diluvio universale: «Non un diluvio mandato da un Dio arrabbiato, ma provocato dalla follia dell’umano, degli uomini che distruggono e arrivano a far sommergere la vita». Di fronte a questo scenario «abbiamo bisogno di un Noé e di barche che salvino l’umano che stiamo sommergendo». Sapendo che siamo «un’unica casa, un’unica famiglia», come spiega papa Francesco nella Fratelli tutti. «Il legame tra tutti e tutto è un sogno che può aiutarci a disegnare un futuro di speranza per tutti, senza lasciare indietro nessuno», ha concluso. «È il sogno planetario di salvarci tutti insieme: o ci salviamo insieme o non si salva nessuno».

Famiglia Cristiana, 4 marzo 2025