XX Settimana del Tempo Ordinario – mercoledi

In quel tempo Gesù disse: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono.Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi?Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo:Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi».

La parabola riportata da Matteo dovette sembrare molto strana agli ascoltatori di Gesù: era, infatti, totalmente distante dalla comune giustizia salariale. Il gesto del padrone della vigna che da la stessa paga sia a coloro che avevano lavorato per tutto il giorno sia a quelli che avevano invece lavorato per un’ora sola è davvero inusitato. La narrazione si sviluppa attorno all’iniziativa di un viticoltore che per l’intera giornata è preoccupato di assumere lavoratori per la sua vigna. In quel giorno esce di casa ben cinque volte per chiamare operai sin dall’alba. Con i primi lavoratori pattuisce un denaro di compenso (era la paga ordinaria di una giornata lavorativa); esce ancora alle nove del mattino, poi a mezzogiorno, alle tre e infine alle cinque. La risposta che danno questi ultimi lavoratori al suo invito (“nessuno ci ha ingaggiati”) fa pensare a tanti, giovani e meno giovani, disoccupati, non solo o non tanto nel lavoro remunerato, quanto nel lavoro per costruire una vita solidale. Sono tanti i disoccupati in questo senso: sono quei giovani, magari disillusi oppure soggiogati dal consumismo che si ripiegano su se stessi, esecutori e vittime allo stesso tempo. E forse dobbiamo dire che sono così anche perché “nessuno li prende a giornata”. Ma sono anche i tanti adulti in balia solo del proprio egocentrismo, senza che nessuno li richiami alla responsabilità verso gli altri.