XXI Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la famiglia – saluto a papa Francesco
Beatissimo Padre,
grazie per averci accolti in occasione della XXIma Plenaria del Dicastero per la Famiglia di cui anche Lei per vari anni ha fatto parte. E ne siamo orgogliosi. In questi giorni – assieme all’esame della Carta dei Diritti della Famiglia di cui ricorre il trentesimo anniversario – ci siamo interrogati sul cammino che il Pontificio Consiglio è chiamato a compiere nel tempo che viene. Due eventi ci hanno guidato nelle nostre riflessioni. Il primo sono questi mesi del Suo pontificato. Tutti stiamo assistendo ad una vera e propria pesca miracolosa sul piano pastorale, compreso quello che riguarda la Famiglia. L’evangelista parla di 153 “pesci grossi” e la rete non si è rotta, come a significare che anche questo fa parte del miracolo. L’evangelista sottolinea che l’altra barca, rimasta sulla riva, è dovuta accorrere per aiutare Pietro a portare a casa quella rete strabordante di pesci.
Padre Santo, con questa immagine, Le diciamo qual è la direzione che il Dicastero vuole intraprendere: venire al largo, nel mare della vita, là dove le acque sono talora anche agitate e mettono a dura prova le famiglie… e non mancano i naufraghi. A tutti noi il compito di accorrere e pescare ancora e salvare. La salus animarum è la suprema lex, senza dimenticare ovviamente i principi. Quand’ero ragazzo, un prete romano davvero dotto, don Giuseppe De Luca, ci teneva a spiegare a noi, allora giovani seminaristi, la differenza tra la cultura e la pastorale: “la cultura – diceva – parla del pane, la pastorale lo spezza e lo distribuisce”. E’ nel vasto mare della vita delle famiglie che il nostro Dicastero è chiamato a navigare, avendo davanti agli occhi le famiglie cristiane e quelle del mondo intero. La famiglia, infatti, è un patrimonio comune all’umanità. E deve essere salvato nel suo insieme. Per questo siamo chiamati ad avere un sussulto di responsabilità e di creatività pastorale.
Il secondo evento che ci ha guidato in questi giorni è stato l’annuncio del Sinodo Straordinario dei Vescovi sulla Famiglia. Grazie, Padre Santo per questa decisione. Per parte nostra Le diciamo la totale disponibilità nel metterci al servizio Suo e delle Chiese locali perché questo appuntamento segni una tappa importante per una più efficace pastorale familiare. E’ quanto mai significativo che si tenga un Sinodo sulla famiglia, per la seconda volta. Questo sta a dire l’urgenza di allargare i nostri orizzonti, e percorrerli con nuova audacia e nuovo impegno. Attendiamo con ansia le Sue parole di oggi, come anche quelle di domani e di domenica in occasione del pellegrinaggio delle Famiglie per l’Anno della Fede. E’ la prima volta che Lei, come pastore universale, incontra le famiglie. Certo, nel suo ministero di vescovo a Buenos Aires più volte le ha incontrate e ne ha parlato. Abbiamo voluto raccogliere in un volume il suo insegnamento di quegli anni per comprendere ancor più il suo cuore.
Padre Santo, per questa occasione abbiamo voluto realizzare una nuova icona: la presentazione di Gesù al tempio. Maria e Giuseppe, spinti dalla Legge di Dio, portano il Bambino al tempio, mentre gli anziani Simeone ed Anna, mossi dallo Spirito, vanno incontro al Bambino. In questa icona si rappresenta l’incontro delle generazioni che realizza quel mistero d’amore, quel “noi”, che è l’immagine a cui tutti, le famiglie, la Chiesa e la stessa società umana debbono richiamarsi.
Grazie Padre Santo perché ci invita a prendere il largo facendoci riscoprire e gustare la gioia di essere “pescatori di famiglie”.